L'ISOLAMENTO ACUSTICO

La crescente urbanizzazione ha portato ad una sempre maggiore densità abitativa, che spesso è causa di disagi e problemi anche in campo acustico. Il rumore dell’inquilino al piano di sopra, delle infrastrutture vicine, degli impianti riducono il benessere degli occupanti degli edifici. Ma che cos’è il “rumore”? Come è meglio intervenire per prevenire il problema?

Per migliorare il comfort acustico negli edifici esistenti, le modalità di intervento sono diverse e strettamente connesse allo stato di fatto. Esistono vincoli di diversa natura, problematiche strutturali e di mancanza di dati, costi che possono complicare la soluzione. Ma sul mercato sono disponibili diverse soluzioni e un'attenta progettazione può sicuramente risolvere o mitigare i problemi.

La fonte di disturbo che normalmente chiamiamo “rumore”, è in realtà un suono con delle caratteristiche che lo rendono spiacevole all’orecchio umano. Il suono è una perturbazione della pressione atmosferica di natura oscillatoria, che si propaga attraverso un mezzo elastico, come l’aria o un solido.

 Un rumore, per diffondersi nell’ambiente, necessita di un mezzo elastico. In un edificio ciò accade principalmente in due modi: il rumore si propaga attraverso l’aria e attraverso le componenti strutturali ed impiantistiche che lo compongono.

  La fonte del rumore può essere esterna (inquinamento acustico) o interna, rispetto alla quale si parla di rumore da calpestio, rumore proveniente dai vicini, dal vano scale, dagli impianti comuni (come l’ascensore), dalla centrale termica o dagli impianti idrosanitari.

Esiste una normativa (UNI 11367) che definisce, inoltre, delle classi acustiche delle unità immobiliari, un po’ come avviene per la certificazione energetica, indice del livello di isolamento acustico dell’edificio. Per ciascuna classe sono individuati dei livelli minimi di prestazione acustica, come l’isolamento di facciata o livello di rumore con impianti in funzione.

Questa non è l’unica norma UNI di interesse, in quanto per essere sicuri di rispondere efficacemente a tutto ciò che la normativa richiede in termini di comfort acustico, esiste un pacchetto di norme che approfondisce il tema dell’acustica in edilizia sotto diversi aspetti.

Quando si parla di isolamento acustico di un ambiente si intende la differenza tra il valore di pressione sonora misurato dove si trova la sorgente sonora e quelli misurati in un secondo ambiente “ricevente”. Questo valore dipende dall’isolamento acustico delle strutture confinanti di due ambienti, da quelle adiacenti, dalla forma e dalla tipologia di superfici presenti nel secondo ambiente ricevente. Quindi, il livello di isolamento acustico offerto da un materiale non può, da solo e a priori, risolvere tutte le problematiche relative al rumore riscontrate in un ambiente.

 

Tra i principali fattori da considerare nell'affrontare il tema dell'isolamento acustico, c’è sicuramente la considerazione per cui l’energia sonora, oltre ad essere trasmessa, viene anche assorbita. In tal senso, il coefficiente di assorbimento acustico è un indice che determina per ogni materiale la sua capacità di assorbire l’energia che lo colpisce, anziché rifletterla. L’indice di trasmissione acustica, invece, indica proprio la quantità di energia che è in grado di attraversare un elemento.

Tra le caratteristiche che incidono sul potere fonoisolante di un materiale c’è anche la sua massa, in quanto al suo aumentare aumenta anche la capacità di smorzare l’energia sonora. La sola massa chiaramente non è sufficiente e un muro in pietra pesante risponde comunque diversamente a suoni a bassa frequenza, rispetto a quelli ad alta frequenza.

 Così, per far sì che una parete abbia un comportamento migliore, generalmente si provvede a “spezzare” la continuità della parete pesante, creando un’intercapedine interna. Così facendo si creano due pareti, meglio se di diverso spessore, strutturalmente più pesanti, tra loro vicine ma non collegate rigidamente. All’interno dell’intercapedine è poi possibile inserire materiale dalle elevate capacità fonoassorbenti.

In questo modo la massa delle due pareti attenua la trasmissione delle onde sonore a bassa/media frequenza, mentre il materiale nell’intercapedine agisce sulle alte frequenze. Allo stesso modo, per ridurre il rumore da calpestio evitando strutture di solaio molto pesanti e di spessori elevati, si ricorre al cosiddetto “pavimento galleggiante”, che prevede l’inserimento di un materiale fonoassorbente tra solaio e rivestimento. Il pavimento galleggiante deve ovviamente essere elasticamente separato dalle adiacenti strutture rigide, come le pareti perimetrali (evitare la trasmissione laterale del rumore). Tutti gli interventi di isolamento acustico, inoltre, possono essere vanificati se non si correggono i ponti acustici, cioè punti più deboli in cui si facilita la trasmissione del rumore (ad esempio collegamento parete-soffitto, parete interna-parete esterna, …).

Nelle strutture esistenti gli interventi sono spesso più complessi e costosi, tra le soluzioni maggiormente diffuse e meno invasive, ci sono la realizzazione di contropareti e controsoffitti (entrambi con intercapedine).

Il rumore da cui si desidera essere protetti può provenire sia dall’esterno (il traffico è l’esempio per eccellenza), sia da un altro ambiente interno confinante con quello oggetto di intervento.

 Una prima soluzione consiste nel realizzare una controparete o un controsoffitto a secco, con lastre continue e del materiale isolante nell’intercapedine. Sarà possibile scegliere fra diverse soluzioni, sul mercato esistono anche lastre fonoimpedenti, che migliorano le prestazioni del sistema.

 Chiaramente, per quanto lo spessore di una controparete sia limitato, si deve valutare la possibilità di diminuire le superfici degli ambienti, così come quella di abbassare l’altezza di un locale. Sia l’orditura della struttura della controparete, che quella del controsoffitto non devono essere agganciate rigidamente alle strutture esistenti, ma garantire un certo grado di elasticità, in modo da non vanificare gli effetti isolanti previsti. Nel caso i divisori interni siano già predisposti di contropareti, sarà possibile anche optare (se possibile) per un insufflaggio di materiale isolante nell’intercapedine esistente.

L’isolamento acustico della facciata dipende dalle caratteristiche della struttura perimetrale realizzata. Ipotizzando che l’edificio sia stato costruito con soluzioni tradizionali, ad esempio in muratura pesante in laterizio, probabilmente i punti più critici della facciata sono quelli corrispondenti alle superfici finestrate.
In molti casi, la soluzione più efficace sarebbe quella di sostituire i serramenti esistenti e prevederne di nuovi più performanti, almeno con doppio vetro. Un’alternativa è quella di realizzare un doppio serramento, senza toccare quello esistente.

 Attenzione va posta anche al cassonetto degli avvolgibili, che riduce lo spessore delle pareti ed è una via privilegiata per la dispersione del calore e la trasmissione del rumore. Per risolvere entrambe le problematiche è necessario posizionare dell’isolante all’interno del cassonetto.

Dopo l’intervento sui serramenti, se ancora le condizioni di comfort non sono soddisfacenti, si provvederà all’intervento sulla facciata. Se è necessario, anche per l’isolamento termico, la posa di un cappotto permette di risolvere le problematiche presenti. Anche le facciate ventilate, oltre a ottime prestazioni energetiche, permettono un miglior comfort acustico.

Purtroppo, non sempre è possibile intervenire sulla struttura esistente, andando a realizzare il nuovo massetto sopra quello esistente. In questi casi è possibile sopraelevare solo il pavimento, posando un sottile strato isolante sopra il quale verrà posato il nuovo pavimento.